mercoledì 27 febbraio 2013

CHEESECAKE all'ARANCIA e CIOCCOLATO BIANCO

Ancora un giorno grigio, il freddo che non vuole andare via, un tempo uggioso che ti si appiccica addosso togliendo la voglia di fare qualsiasi cosa. Resto in casa ad ascoltare musica, a prendermi cura della mia casina con nuovi progetti arredativi, prendo misure e mi proietto nel futuro. Vorrei che certe cose fossero già realtà ma gustarmi l'attesa non mi dispiace poi tanto, pregusto quei momenti sognando ad occhi aperti con un pizzico d'impazienza e tanta fiduciosa serenità. Quindi pensare ad un nuovo tavolo o spostare il letto per guadagnare spazio significa molto di più per me, non è un capriccio dettato dall'abitudine del vedere sempre le stesse cose ma un progetto più ampio per la mia vita, per quello che stiamo costruendo. Chissà come sarà... Questi giorni di sole preannunciavano primavera, si farà  attendere ancora un po' ma anche questo genera in me un senso di impaziente felicità; la voglia di andare a zonzo e godere dell'aria e del sole sulla pelle mi fa desiderare che i giorni scorrano via veloci, quando ancora è comunque piacevole starsene sotto il plaid a leggere o a vedere un film. Se ci si pensa bene non c'è un giorno che non sia bello o non abbia il suo fascino, che non abbia un perchè o che non ci lasci addosso un insegnamento di un qualche genere. E' semplicemente la crescita, lo scorrere della vita, così imprevedibile, a volte monotona, sorprendente nelle piccole cose, disarmante per ciò che può accadere nel bene o nel male. Ogni giorno è un tassello in più nella scoperta di noi stessi e di chi abbiamo intorno, un piccolo pezzo che si aggiunge a tutti gli altri a formare il famoso puzzle di cui parlavo un po' di tempo fa, il puzzle meraviglioso e vario che è la nostra mente così come il nostro spirito. A volte sembra che un giorno sia passato inutilmente, un po' come oggi sta scorrendo la mia giornata, ma so che stasera, dopo che avrò portato fuori Nebbia e continuerò a dedicarmi al mio disegno o alla mia lettura, avrò aggiunto al mio io un briciolo di esperienza in più. Non importa se sarà una banalità, sono contenta perchè ogni giorno che passa mi permette di arricchire il mio io e diventare, finalmente, la donna che voglio essere. 




La ricetta di questa cheesecake me l'ha data una collega che a sua volta l'ha avuta da un'amica. Devo essere sincera... la sua aveva tutto un altro aspetto! Ma il sapore è delizioso. Il cioccolato bianco è molto dolce di suo quindi lo zucchero che si aggiunge alla preparazione è minimo. 

INGREDIENTI:

- 180 g di biscotti secchi
- 80 g di burro
- 1 arancia non trattata
- 250 g di cioccolato bianco
- 1 cucchiaio di zucchero
- 250 g di philadelphia
- 150 g di yogurt bianco
- 1 uovo
- 4 g di colla di pesce
- zucchero di canna

Sbriciolare i biscotti e amalgamarli al burro ammorbidito a temperatura ambiente, compattare sul fondo di uno stampo a cerniera e porre in frigo. Montare l'uovo con il cucchiaio di zucchero fino a che risulterà chiaro e gonfio, aggiungere la phildelphia, lo yogurt, quattro cucchiai di succo d'arancia e il cioccolato bianco sciolto a bagnomaria ( e lasciato intiepidire ) nel quale avrete sciolto  la colla di pesce precedentemente messa a bagno in acqua fredda e strizzata. Porre il composto sulla base di biscotti e rimettere in frigo per almeno quattro ore. Decorare  con un caramello d'arancia preparato lasciando fondere lo zucchero di canna sul fuoco, quando sarà sciolto aggiungere  tre cucchiai di succo d'arancia e la scorza d'arancia grattugiata, lasciar rapprendere e distribuire sul cheesecake al momento di servire.


E una ragione per vivere
Per sollevare le palpebre 
E non restare a compiangermi
E innamorarmi ogni giorno ogni ora
Ogni giorno ogni ora di più

( "Tensione evolutiva", Jovanotti )



lunedì 11 febbraio 2013

NOODLES con VERDURE

Quando la punta fine, così nera e intensa, si posa sulla carta è un piacere unico; veder nascere sotto alle mie dita e ai miei occhi quello che inizialmente è solo nella testa è come il materializzarsi di un pensiero, come rendere concreta, seppur nel suo astratto, un'idea. Come un bambino che nasce, che prima non c'era e poi, all'improvviso, esiste e lo puoi toccare, conoscere, amare. Un disegno ha un effetto simile. Prima non esiste, non lo hai nemmeno pensato. Poi ti arriva la voglia, l'idea, l'intuizione, l'immagine che prende forma nella tua mente e da una nube confusa inizia ad assumere una forma, una dimensione e un colore. E resta lì, sempre più nitida, finchè non inizi a disegnarla trasferendo sulla carta immacolata -ma non solo, anche su fogliacci, giornali, tovagliette di carta mentre ceni in un ristorante- quello che il tuo cervello ha forgiato. E il tempo smette di scorrere, la tua concentrazione è totale come se in quel momento il disegno ti catturasse e iniziasse a vivere di vita propria mettendoti fretta per arrivare alla luce e diventare finalmente qualcosa di reale. 
Credo di essere nata con la matita in mano, e non perchè sia brava, tutt'altro, ma perchè penso di aver iniziato a disegnare ancor prima che a parlare. A volte passa del tempo prima che riprenda in mano matita e pennarello e mi rimetta con le mani sul foglio, altri periodi non riesco a fare altro, disegno per delle ore e non mi sento mai sazia. Però è una passione che non si discute, non mi abbandona mai. Adoro creare personaggi, disegnare me stessa in una sorta di ragazzina ideale dalle gambe lunghissime e magre, immaginare animali e riprodurne il movimento, l'espressione e il carattere. A volte ho in testa delle idee che non riesco a realizzare, oppure semplicemente non è il momento buono per creare, questo non vuol dire che mi precluda il piacere di prendermi un momento tutto mio, magari con una buona musica di sottofondo e qualche pausa caffè e di rigenerarmi con l'arte del disegno. 


 

( questo disegno l'ho ripreso da Lenore, fumetto statunitense di Roman Dirge )




Ancora un piatto ispirato all'Oriente a me tanto caro e che ha un'attrattiva enorme su di me. I noodles, il tipico formato di pasta orientale che ricorda le tagliatelle o gli spaghetti, possono essere cucinati in diversi modi  a seconda dell'area geografica ma si possono comunque gustare dalla Cina alla Corea, dall'India al Giappone. In brodo, fritti, al vapore sono estremamente versatili e possono essere conditi con verdure, carne, pesce e con l'aggiunta o meno di spezie. In Nepal li ho mangiato varie volte, sempre col nome cinese di Chow mein.
Queste sono più o meno le dosi che ho utilizzato io, ovviamente a seconda del gusto si potranno mettere più o meno verdure, se lo utilizziamo come piatto unico direi di abbondare con le verdure! Anche la scelta del tipo di noodles è soggettiva, in commercio se ne trovano di grano, di riso, di soia e altri più particolari di mais, fagioli, fecola di patate ( credo introvabili qui da noi ). 


INGREDIENTI:

( per 2 persone )

- 160 g di noodles di grano
- 1 quarto di cespo di verza
- 5-6 funghi champignon
-  1 manciata di germogli di soia
- 1 carota grande
- 1 zucchina grande
- 2 spicchi d'aglio in camicia
- olio evo
- pepe nero

Dopo aver pulito tutte le verdure tagliare le carote e le zucchine a julienne, affettare finemente gli champignon, tagliare la verza a listarelle. In un wok ( o in una padella grande ) scaldare l'olio evo con gli spicchi d'aglio in camicia, appena hanno preso colore rimuoverli e aggiungere tutte le verdure, regolare di sale e pepe nero macinato e lasciar cuocere finchè le verdure saranno morbide ma non disfatte, devono mantenere la croccantezza. Eventualmente aggiungere qualche cucchiaio dell'acqua bollente che avrete messo a scaldare per cuocere i noodles. Appena le verdure saranno pronte bollire i noodles ( basteranno pochi minuti ) e saltarli nella wok con le verdure prima di servire. 
Io non l'ho utilizzata ma alla fine si può condire anche con della salsa di soia. 




Io i miei occhi dai tuoi occhi non li staccherei mai
E adesso anzi me li mangio tanto tu non lo sai
Occhi di mare senza scogli
Il mare sbatte su di me
Che ho sempre fatto solo sbagli

( "Canzone", Lucio Dalla )



venerdì 8 febbraio 2013

MINI TRAMEZZINI con CAPRINO, ERBA CIPOLLINA e CILIEGINI


Oggi è un anno che il mio blog sparge parole, un anno che libera note, un anno che diffonde profumo di cibo qua e là. Un anno difficile, diverso, un anno in cui mi sono scoperta e ritrovata come persona nuova sulle macerie di quella che ero. Un anno in cui ho imparato, pianto, riso, scoperto una parte di mondo lontanissimo; un anno in cui sono caduta e le ferite fanno ancora male ma quella mano forte mi ha aiutata a rialzarmi, a pulire le ginocchia dalla terra e a imparare a leggere di nuovo.  Un anno in cui sapere che esistevo, al di là della mia presenza fisica, era per me di grandissimo conforto. 
E dallo stesso computer, a chilometri da casa mia, con un animo tutto nuovo ma con le certezze di prima ancora più intense, scrivo queste mie parole e dedico queste note a chi ha saputo starmi accanto anche quando era lontano, a chi mi ha letta e mi ha immaginata mentre le mie mani preparavano quei piatti nella luce sempre diversa che illumina la mia cucina. A chi ha ascoltato le mie canzoni, a chi mi ha pensata, a chi ha cercato con le sue parole di confortare i miei stati d'animo confusi, a chi è passato in silenzio, a chi non è stato d'accordo, a chi ha goduto delle immagini viste dai miei occhi. 

E quindi oggi una non ricetta, una piccola idea di quelle che cerchi per rendere più piacevole una cena, un gradevole sfizio di una semplicità imbarazzante ma che, proprio per questo, mi piace utilizzare per celebrare l'esistenza di questo spazio tutto mio che fa della semplicità e delle cose vere il suo punto di forza. 



INGREDIENTI:

- pane bianco
- caprino
- erba cipollina
- pomodori ciliegini
- pepe bianco
- olio evo

Tagliare il pane bianco con degli stampini, nella forma che si desidera ( cuori, cerchi, stelle ecc ), amalgamare il caprino con erba cipollina tritata finemente, una macinata di pepe bianco e un filo d'olio. Spalmare sulle fettine di pane bianco, coprire con l'altra fettina e guarnire con pomodorini tagliati a rondelle e ciuffetti di erba cipollina. 


Una poesia bellissima di Martha Medeiros, scrittrice brasiliana, perchè la vita, sempre, nonostante tutto. Nonostante tutto. 


ODE ALLA VITA

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-23857?f=a:7578>



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